L’ALBICOCCA UMEBOSHI
L’umeboshi è frequentemente considerato una prugna ma è in realtà più vicino alle albicocche, sia botanicamente che come aspetto e sapore, questi frutti sono sempre raccolti verdi, quando il loro contenuto in acido citrico (vitamina C) è al massimo.
Le Umeboshi vengono messe a stagionare anche per diversi anni.
Inserite in barili di legno, insieme al sale marino integrale e alle foglie di shiso, le quali conferiscono alle albicocche il colore rosato-rossiccio, sprigionano nel tempo diverse capacità e proprietà terapeutiche.
Dalle albicocche stagionate sotto sale che vengono usate intere, si creano anche altri due prodotti.
Dalle albicocche che risultano meno perfette esteticamente, si estrae il nocciolo e si frullano per ottenere una purea, mentre dalla stagionatura si crea un liquido rosato, aromatizzato e salato che é usato come acidulato.
Il sapore é salato infatti e acidulo grazie anche alle alti dosi di acido citrico presente il quale aiuta a metabolizzare meglio :
l’acido lattico che si forma nei tessuti dopo uno sforzo,
e gli acidi che si sviluppano in seguito al consumo di alimenti acidificanti (proteine animali, dolciumi, ecc.).
Inoltre facilita l’assorbimento a livello dell’intestino di importanti minerali quali Ferro, Calcio e Magnesio.
L’uso delle umeboshi è consigliabile come :
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contraente e alcalinizzante del sangue e delle mucose
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regolatore sugli intestini( sia della stitichezza che della diarrea)
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regolatore di problemi digestivi, gastriti, iperacidità, digestione difficile
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su fegato, polmoni e reni come “ripulitore”
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combatte i raffreddori e le malattie respiratorie.
Io consiglio l’uso delle umeboshi in purea e in forma di acidulato durante i percorsi di Tecnica Alimentare Olistica, sia come rimedio specifico per la nausea o per l’intestino o per il polmoni, e sia in cucina in saporite ricette per diversi condimenti e creme spalmabili (qui la ricetta con il tahin).
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